Racconti 1
seriamente -. Tu diventasti pallida a un tratto e abbassasti la testa. - Parlo seriamente - replicai. - Perché non vuol credermi? - Le credo, le
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quell'angolo di terra dove trovasi certa persona che tu forse conosci, bella ed ottima signora ... come dice il signor Bucci. Eh? Sono anche troppo galante in
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riflessi di fuoco; e Massimo le andava lisciando la mano, quasi per accertarsi che non sognasse davvero - Peccato che presto dovremo destarci! - Se tu
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- Ebbene, trovala tu! - aveva risposto Lorenzo. E un mese dopo suo padre, aiutato da un canonico amico di famiglia, scovava la ragazza in un paesetto
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, col capo appoggiato al tronco dell'olivo, prima di riprendere la lettura le disse: - E tu? Ti annoierai. - No. Seguita a leggere -. Gli si era seduta
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hai? - tornò a domandare il Giannuzzi. - Andiamo via! Alberto, afferrata la mano dell'amico, gliela stringeva forte. - Mi fai male! ... Tu soffri -. E
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rispondere. - Perché è naturale - riprese l'Augusta; - non c'è nulla di eterno al mondo, e l'amore meno di tutto. - Credi tu - le domandai all'improvviso come
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: - Babbo, parla, per carità! ... Parla; di che si tratta? - Giacché tu vuoi saperlo ... Leggi, leggi qui! E, spiegato a stento il numero del "Secolo" di
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. - Tu l'abbandoni? Tu che mi scrivevi di amarla tanto? - È lei che preferisce di sposare un francese. - Francese per giunta! - esclamò Hermann dando un
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- Tu menti! - urlò il barone. Era pallido come un morto, tremava tutto e fulminava cogli occhi il vecchio servitore che gli stava davanti, pallido
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. L'Emilia diceva di averle scritto una letteraccia, proprio cosí: ed era ansiosa di sapere in che modo l'avesse lei presa. "Ma insomma - le dissi - tu
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domandava, quasi ironica: - Sei tu contento, figliuolo mio? - Felicissimo! - rispondeva Enrico. - Persisti ancora nelle tue ubbie? Credeva di poter
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, assisteva all'opera d'un altro, rappresentata e interpretata da altri; semplice spettatore. Per poco che tu ed io avessimo dei milioni a nostra
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, invece di spandervi cenere so pra. "Tu dunque ti contenti dei sogni?" ella mi scrisse una volta. Infatti era cosí. Dopo le impazienze e le smanie dei
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giudice tu stesso. La vidi per la prima volta in Firenze, mentre scendeva da un legno entro il cortile della stazione della strada ferrata. Era
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dispetto; ma non trovavo modo di farla cessare. Spesso mi dicevo brutalmente: - Imbecille! Mentre tu sogni e fantastichi e ti perdi fra le nuvole, chi ti
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volto dimagrito, ravviandole le ciocche di capelli arruffate su la fronte. - Siamo ne la bella stagione. Andremo in campagna, o a Sorrento come tu
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le aveva detto: - No, tu non sarai rea, tacendo. Poiché la tua coscienza non può rimproverarsi niente, poiché hai trovato niente in fondo al tuo
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, anima mia, non ti chieggo un affetto volgare, da schiava ... - Perché mi dite cosí? - Vedi? - rispondeva. - Non ti riesce di darmi del tu! Non
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alzavo gli occhi a ogni momento e li richiudevo con brividi per la persona. Tu intanto, cattivo! mi hai canzonato tutta la mattinata: "Bada, che casca
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. - Se tu avessi provato la dolcezza del primo! Quella sera ... - Va là, che non dormivo! Ti volevo bene e ... - Non dormivi? ... - Il barone Paolo Foli
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braccio. Sghignazzava e borbottava in gola non so che parole poi mi disse: "A che pro queste scenate? Non sei tu la donna di Pierino? Io sono l'amico di
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della mia giovinezza! La sola donna che io abbia sempre amata anche amandone delle altre? Tu sai bene, amico mio, che non posso ancora, dopo tant'anni
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schiacciarla come un vile insetto, cosí? E una volta, avendola sorpresa piangente, diventò furibondo, cominciò a urlare: - Ah! ... Tu osi piangere? Ah
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Maresque. Il signor Lamère sentí questo dialogo: "Van-Spengel: "Vedi tu quel biondo accanto all'uscio del gioielliere Cadolle?" Maresque: "Quello
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! - Risparmia gli ooh! fammi il piacere! - Ed esso è già steso? - Sissignore, in tanti bei fogli di carta bollata. - Tu sei prudente; non sei capace di metterti
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fermava a guardarli piú balordamente incantato. - Intanto non mangia proprio niente. - Mangio poco. E non è il miglior modo per ingrassare. - Ah! ... Tu lo
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questo momento tu, forse, dormi. Oh, se sognassi di me!" Glielo confessai il giorno dopo: a mezzogiorno dormivo ancora, ma senza sognare. Quando amo in
Accademia della crusca
